1: Com'è nato il libro "Nenèss"?
Nenèss è stato il mio primo libro: sono una divoratrice di libri e, a volte, mi è capitato di finirne uno stizzita, pensando "questo lo potevo scrivere io anche meglio". Per anni ho rimandato, forse per paura di non riuscire nell'intento, finché ho letto il blog della scrittrice Lisa Genova e i suoi consigli per scrivere. Dopo quelli classici (scrivi ogni giorno, non lasciarti distrarre ecc), l'ultimo era: "you are going to be dead one day. Write it now". E ho iniziato. A libro finito, le ho scritto per ringraziarla.
2: Cosa hai messo di tuo?
Sono convinta che si scrive di quello che si sa, ecco perché per scrivere un romanzo storico bisogna fare ricerche accurate. Quindi ho ambientato il libro a Londra, città dove ho vissuto per quattro anni, ho parlato di vini, infatti sono sommelier, di amicizia e di vicende amorose. In quello vado fortissima!
3: C'è qualcosa in particolare che hai vissuto e che hai descritto in questo libro?
Ora lo posso dire tranquillamente, ma prima non era così. Nenèss ha una grande paura, quella verso la morte. Tutte le sensazioni, i pensieri formulati da Nenèss riguardo la morte sono i miei. Prima non riuscivo a parlare di questa cosa, ora sì, quindi scrivere questo libro mi ha aiutata un sacco, anche se, purtroppo, non è una paura risolvibile! Mi dispiace quando capita che nelle recensioni si calchi la mano sul fatto che nel mio libro ci sono scene erotiche: Nenèss è molto di più di un bell'amplesso, è qualcosa che rimane anche dopo, lasciandoti a libro finito la sensazione di aver perso un'amica. Non sono parole mie, ma di lettori che hanno adorato e capito il mio libro.
4: In Neness vediamo molto l'importanza dell'amicizia, più dell'amore. Puoi spiegarci nel dettaglio cosa ne pensi a riguardo?
Penso che nella vita debba esserci sempre il giusto equilibrio, in ogni cosa. Una persona non può chiudersi in casa con il compagno/a. E ti assicuro che ci sono persone che ritengono l'amicizia una cosa così, quasi superflua. L'amico è quello che non ti abbandona mai, nemmeno se vai a vivere dall'altra parte del mondo. L'amico è quello che ha sempre una spalla pronta per tenerti su, e camminare in due è bellissimo. L'amico è un complice, così pure come i fratelli e le sorelle. Ecco perché quando un sedicente amico/a te la combina grossa è peggio di essere tradita.
5: Cosa ti ha ispirato per scrivere questa storia?
Volevo raccontare una storia di forza, di amore, di evoluzione, mettendo insieme le mie passioni e il mio amore per Londra, confezionando uno scritto di lettura scorrevole ma non frivola. Spero di esserci riuscita.
6: C'è un messaggio particolare che vorresti mandare con questa tua opera? E perché?
Certo, il messaggio è di vivere ora, subito, di vivere il presente e di non rimandare a domani. Perché oggi siamo qui e domani, chissà. Purtroppo ci dimentichiamo troppo spesso che la nostra vita dura un battito di ciglia e ci crucciamo per le cose sbagliate. Non sono frasi fatte, è la realtà, ma non ce ne accorgiamo davvero finché non ci succede qualcosa di brutto e allora lì sì che iniziamo davvero a vivere e ad apprezzare il dono della vita.
7: Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
Ho bisogno di tempo e silenzio per scrivere e del mio cane Cesare che russa di fianco a me. Mi conforta. Prendo appunti ovunque (anche se lo zio Stephen King dice che è inutile), su tovagliolini, libretti, telefono, e poi vedo se riesco a sviluppare qualcosa da quell' intuizione.
8: Com'è nata la sua passione per la scrittura?
In realtà ho sempre scritto, ma per me stessa. Pensando di avere qualcosa da dire che potesse interessare anche altre persone, mi sono imbarcata in questa meravigliosa avventura. Sono cresciuta molto scrivendo e frequentando corsi per migliorarmi. È un mondo vasto e meraviglioso, in cui c'è sempre da imparare. Ultimamente sono affascinata dalla lingua italiana in sè, dalle forme verbali, i vocaboli e i suoi sinonimi, le diverse costruzioni della frase, la prima o la terza persona, insomma, mi piace tuffarmi in questo mare e saperne sempre di più.
9: Quali sono le fonti di ispirazione quando scrive? Parte da esperienze reali, autobiografiche o della sua immaginazione?
A tutti voi che state leggendo: state attenti a raccontare qualcosa a una persona che scrive, perché in un modo o nell'altro, ne farà materiale su cui lavorare! Ogni giorno si leggono notizie assurde, ci vengono raccontate storie rocambolesche, separazioni da brivido, amori da favola, basta saper ascoltare chi abbiamo davanti. Inevitabilmente, il tutto viene immagazzinato nel nostro cervello per poi essere elaborato, romanzato e scritto. Sono un'osservatrice delle vicende umane, mi piace sapere perché un matrimonio è finito, cos'è successo, perché le persone prima amano e poi odiano. Chiedo sempre a chi mi sta vicino la spiegazione di alcuni loro comportamenti, cosa pensano: le dinamiche umane sono la mia più grande fonte di ispirazione.
10: Quando scrivi un nuovo libro hai già tutta la storia in mente o la elabori strada facendo?
Bisogna sapere cosa si vuole scrivere, avere la spina dorsale del romanzo, sapere come iniziare e dove si vuole andare a parare, altrimenti il nostro libro sarà una barchetta senza timone in mezzo al mare e il lettore ne sarebbe frastornato e deluso.
Nonostante questa importantissima regola, l'anno scorso ho dato vita al "progetto folle": con altri due autori, Matteo Baldi e Ilaria Siddi, abbiamo scritto un romanzo a staffetta senza accordarci sulla trama. È stata davvero un'esperienza pazzesca che rifaremo!
Grazie a tutti voi che ci seguite, leggete, appassionandovi ai nostri personaggi. Date una possibilità agli autori emergenti senza casa editrice: rimarrete sorpresi dall'originalità dei nostri libri. Grazie di cuore.